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Alla scoperta di Tripi

Situato sulla prima dorsale orientale dei monti Nebrodi, vanta una storia ricca che affonda le radici nel neolitico stentinelliano.

In età protostorica, il suo territorio fu abitato dei siculi che qui fondarono il primo centro abitato. Grazie alla posizione strategica a controllo del tratto di costa tra il promontorio di Milazzo e quello di Tindari, il centro attirò, ben presto, l’interesse dei greci che frattanto, tra VIII e VII sec. a.C., avevano fondato in Sicilia numerose città. È lo storico Diodoro di Agiro ad attestare il toponimo Abakainon in relazione a eventi del IV sec. a.C.: egli narra che Dioniso I nel 396 a.C. trasferì da Messene elementi provenienti dal Peloponneso e assegnò loro una località sul mare, Tindari, alla quale annesse una parte del territorio di Abakainon.

La città durante gli scontri tra il tiranno siracusano e i Cartaginesi, decise di allearsi con questi ultimi con la speranza di allontanare dal territorio i filodionigiani. Per i decenni successivi, le fonti non registrano alcuna informazione sul sito, sebbene l’evidenza archeologica testimoni una comunità di vita e una vivacità sul piano economico con emissioni monetali. Nel 315 a.C. il siracusano Agatocle mandò a morte quaranta cittadini suoi oppositori: ciò rifletterebbe l’esistenza, all’interno della città, di una frazione ostile alla leadership siracusana interessata al controllo del tratto della costa utile ai commerci con l’area tirrenica.

Nell’occasione (311 a.C.) che vide Agatocle contro Cartagine, gli Abacenini si allearono ancora una volta con i Cartaginesi che, sconfitti, furono costretti a rinunciare a ogni forma di egemonia in quest’area. Nel 262 a.C. la città fu occupata dai Romani che la dichiararono municipum e ne mutarono il nome in Abacaen. Nello scontro, poi, tra Ottaviano e Sesto Pompeo, la città fu costretta a fornire aiuti a entrambi gli eserciti ma, impoverita e incapace di prestare soccorso, fu punita da Ottaviano che la distrusse.

La città pertanto conobbe un periodo di declino dal quale sembra risorgere in età medievale. Della città non abbiamo più notizie fino a quando, sotto il regno di Pietro d’Aragona, il territorio di Tripi fu connesso in feudo all’ammiraglio Ruggero di Brindisi, cavaliere templare. Le alterne vicende che seguirono traghettarono nell’età medievale il centro nebroideo che in età moderna si impose quale importante area di produzione di vino, di olio e di seta.